Il crisantemo, la cui fioritura avviene nella stagione autunnale, è utilizzato nella cucina orientale fin dall’antichità: dal Giappone alla Corea, questo fiore è usato per tisane o decorazioni, e le sue foglie lessate vengono impiegate in numerosissimi piatti. Grazie a questo articolo di Rosa Elisa Giangioia, autrice anche del libro A convito con Dante, approfondiamo il valore simbolico del crisantemo nella società e letteratura orientale e occidentale, suggerendoti due originali ricette dal Sol Levante grazie a cui potrai sperimentare con questo fiore!
Il crisantemo è un fiore antichissimo in Oriente, ma in Europa si venne a conoscenza della sua esistenza solo nel XVII secolo, quando alcuni esemplari arrivarono in Olanda e si cominciò a sperimentarne la coltivazione. Nel 1734 il famoso botanico svedese Karl Linneus ne coniò il nome associando fra loro gli etimi greci chrysòs, cioè oro, e ànthos, cioè fiore, donandogli il prezioso significato di “fiore d’oro”.
Le prime testimonianze sul fiore di crisantemo risalgono però a 500 anni prima di Cristo, nella Cina di Confucio, dove si diffuse ampiamente accanto alla peonia, fino a diventare predominante al tempo della dinastia Sung meridionale (1127 – 1279).
Il fiore è stato da sempre associato al significato simbolico di “vita che si rinnova” e a esso sono collegate diverse leggende in cui si raccontano episodi di lunghe e straordinarie esistenze. Fin da tempi antichissimi è inoltre assai presente in poesia, come possiamo vedere da questa lirica dell’imperatore e poeta Wu – Ti, della seconda metà del I sec. d.C.:
Il vento d’autunno
Il vento d’autunno si leva: nuvole bianche volano.
Alberi ed erbe appassiscono: le oche scendono al sud.
Orchidee tutte in fiore: crisantemi odoranti.
Penso alla dolce mia Dama: non posso dimenticare.
La pagoda galleggiante
Attraversa il Fiume Fen:
Nel mezzo della corrente spume bianche si levano,
Flauto e tamburi accompagnano il canto dei rematori;
Tra feste e tripudi tristi pensieri vengono.
Gli anni di giovinezza – come son pochi
La vecchiaia che viene –com’è sicura!
Tra l’VIII e il IX secolo, dalla penisola coreana, la coltivazione dei crisantemi si diffuse nel vicino Giappone, dove divenne il fiore nazionale e dove iniziarono a essergli dedicati interi giardini. Il crisantemo stilizzato a 16 petali divenne persino lo stemma della famiglia imperiale nipponica, sin da quando l’ottantaduesimo imperatore, Gotoba Tenno (1183 – 1198), apprezzandolo moltissimo, lo adottò come suo emblema.
Nel corso del tempo, questo fiore continuò a essere così rappresentativo del Sol Levante che nel 1946 l’antropologa americana Ruth Benedict intitolò il suo famoso libro dedicato all’analisi sociologica della cultura giapponese proprio Il crisantemo e la spada.
Nel mondo orientale il crisantemo non ha alcuna connotazione funebre, ma, per la sua grande varietà di forme e di colori (che comprendono diverse tonalità di violetto, bianco e giallo) è molto usato nell’ikebana, ovvero l’arte della disposizione dei fiori recisi, ed è frequentemente impiegato come motivo decorativo. Il suo nome è kiku, diffuso anche come nome proprio femminile.
La grande diffusione del crisantemo in Europa si registrò invece nel corso dell’Ottocento, grazie a sempre nuove varietà. In Italia pare che la prima fioritura di crisantemi sia avvenuta all’orto botanico di Pavia nel 1795.
Trattandosi di una pianta che fiorisce in autunno, in occasione delle celebrazioni dei defunti, il crisantemo cominciò a essere impiegato per adornare le tombe. Il fiore si caricò dunque progressivamente di significati funerari. Queste connotazioni non sono ancora presenti nel romanzo di Pierre Loti Madame Chrysanthème, in cui l’autore descrive le impressioni di un soggiorno a Nagasaki e il matrimonio temporaneo per convenienza con la giovane Crisantemo. Nel volume di Marcel Proust, Un amour de Swann, i crisantemi adornano le stanze di Odette, mentre sono già fiori dei morti nell’elegia per quartetto d’archi di Giacomo Puccini intitolata appunto I crisantemi, e nella poesia di Giovanni Pascoli che qui riportiamo.
Crisantemi
Dove sono quelle viole? dove
la pendice tutta odorata al sole?
dove, o bianche nuvole erranti, dove
quelle viole?
Quel rosaio dov’era dunque? dove
l’orto chiuso tutto ronzii la sera?
dove, o nero stormo fuggente, dove
dove dov’era?
Nubi vanno, fuggono stormi, foglie
passano in un èmpito, via, di pianto:
tutti i fiori sono ora là: li accoglie
quel camposanto.
Hanno tinte come d’occasi; e hanno
un sentore d’opacità notturna,
lieve; e hanno petali che vedranno,
urna per urna,
tutto il chiuso; bello così da quando
vennevi una, dopo aver colte al sole
tutte, quelle rose, cantarellando,
quelle viole.
Nel corso del Novecento, infine, grandi artisti come Giorgio Moranti e Andy Warhol hanno dedicato a questo fiore notevoli opere pittoriche.
Da tempo immemorabile in Corea si usano fiori di crisantemi gialli secchi per preparare tisane; in Giappone questi fiori sono venduti abitualmente nei negozi di verdure, in quanto presenti in numerosi piatti; nella cucina giapponese sono inoltre variamente utilizzate, lessate e condite, le tenere foglie del chrysantemum coronarium. Nei piatti di sushi e di sashimi, tra l’altro, si trova sovente come decorazione commestibile un piccolo crisantemo, sempre e solo giallo.
A tavola possiamo usare i crisantemi gialli aggiungendoli, appena scottati in acqua bollente, a un’insalata di patate lesse, condita con olio e poco succo di limone. Due altre gradevoli preparazioni riguardano il brodo di pinoli con fiori di crisantemo gialli e il riso fritto con crisantemi gialli, entrambi piatti tipici della Corea.
Ingredienti
fiori di crisantemi gialli
½ tazza di riso
3 tazze d’acqua
½ tazza di pinoli
un pizzico di sale
Procedimento
Per ogni persona lavare tre cucchiai di fiori di crisantemi gialli e mescolarli a mezza tazza di riso. Aggiungere tre tazze d’acqua con un pizzico di sale. Portare il riso a cottura, aggiungere mezza tazza di pinoli (oppure di mandorle o di semi di sesamo), versare nel mixer e frullare. Rimettere sul fuoco e far addensare fino a raggiungere una consistenza cremosa. Servire tiepida.
Ingredienti
fiori di crisantemi gialli
uova
riso bollito
piselli lessati
lattuga
olio
sale
pepe
Procedimento
Per ogni persona sbattere un uovo, versarlo in una padella in cui si sia scaldato dell’olio e strapazzarlo. Una volta cotto, trasferirlo in una ciotola. Versare nella padella, con nuovo olio caldo, una tazza di riso bollito e farlo saltare a fuoco medio, mescolandolo con un cucchiaio di legno. Aggiungere al riso un pugno di piselli (in scatola o precedentemente lessati), due cucchiai di fiori di crisantemi gialli, salare e pepare. Far cuocere ancora un minuto, poi servire, disponendo il composto ben caldo su foglie verdi di lattuga, ben lavate.