03/07/2023

Il gelato: ultimo desiderio di Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi era diabetico, ma golosissimo. Riteneva che «mangiare è occupazione interessantissima la quale importa che sia fatta bene» e, se da bambino odiava la minestra che la madre gli imponeva, amava invece con passione i dolci e i gelati. Proprio questa sua mania per i dolci diffuse una delle “leggende” più note e curiose a proposito della morte, causata secondo questa versione da un’abbuffata di confetti cannellini di Sulmona la sera del 13 giugno 1837. Un chilo e mezzo, per la precisione: un naufragio dolcissimo, ma fatale.
Andrea Maia, nel libro intitolato L’infinito gastronomico di Giacomo Leopardi, ha raccolto i lunghi elenchi di ricette in cui il poeta si è dilettato, danto vita a un vero e proprio “Zibaldone” culinario.

«Quanto ai gelati, era un furore»

Antonio Ranieri, amico fraterno e sollecito vicino negli ultimi anni, nel libro Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi, ha dedicato alcune pagine alla golosità del suo cagionevole compagno. Dopo aver infatti osservato che i medici, tutti in accordo fra loro, vietavano al malato le cose dolci e, assolutamente, i gelati, scriveva:

«E quanto ai gelati, era un furore; forse che il morbo stesso lo spingeva. Più i medici minacciavano sputi sanguigni, bronchiti e vomiche, più il furore cresceva […] Quando stava manco male, andava fuori solo, per sottrarsi alla temperanza di un gelato o due. Ed una fra le sere che l’andavo a riprendere al Caffè al canto di Taverna Penta, a Toledo, allora detto delle Due Sicilie […] l’eccesso era stato tale che ne trovai raccolto dall’un dei lati un capannello beffardo e, caldo e giovane, ne fui in pericolo di una sfida».

Anche quando sentiva che stava per giungere la fine, insomma, il gelato era il suo ultimo desiderio.

Come fare il gelato napoletano

Leon Treich nel suo Almanach des Lettres racconta che il poeta era solito ordinare tre grossi gelati per volta e chiedeva poi al cameriere di metterli uno sull’altro. L’aneddoto ha incuriosito Andrea Maia che, nel suo L’infinito gastronomico di Giacomo Leopardi, propone la ricetta del gelato napoletano, un dolce a tre strati, ottenuto proprio disponendo l’uno accanto all’altro del gelato al cioccolato, alla vaniglia e alla fragola.

Ingredienti

250 g yogurt bianco
240 g panna fresca
150 g  zucchero
estratto di vaniglia
200 g fragole
20 g cacao in polvere
10 g latte

Procedimento

Versa in una ciotola yogurt, panna montata, zucchero e vaniglia, mescola accuratamente e dividi il composto in tre parti.
Nel mixer unisci una parte di base gelato e le fragole tagliate a pezzetti, frulla fino a ottenere una crema omogenea e versa in uno stampo a rassodare in freezer per 20 minuti.
Versa una seconda parte di base gelato per comporre un altro strato, quello alla vaniglia, e lascia rassodare altri 20 minuti.
Infine, unisci nel mixer l’ultima parte di base gelato, il latte e il cacao e frulla, poi versa sul resto del gelato già indurito e lascia rassodare in freezer per almeno 4 ore.

Ecco pronto il tuo gelato triplo per sopravvivere alla torrida estate “naufragando dolcemente”.